La parola al crocifisso

Travaglio, nella sua apologia del crocifisso, cita Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente…”

Parole eleganti e poetiche che però non dipingono la realtà.
Poiché il crocifisso non si esprime solo con la sua forza ineffabile, non comunica con austero silenzio, ma parla. Parla con la voce forte e grossolana del potere.

il difensore

E non solo. Urla in modo sguaiato con le bocche di un popolo senza memoria e identità che lo inventa tradizione, lo eleva a baluardo delle proprie paure e lo brandisce, simbolo di prevaricazione ed intolleranza, contro ogni diversità.

Sì, il crocifisso è anche questo e forse lo è sempre stato, a dispetto dell’immagine limpida che ce ne offre la Ginzburg. Lo è sempre stato, fin dai tempi in cui fu innalzato la prima volta da Costantino come segno di vittoria nella sua guerra.

3 Responses to La parola al crocifisso

  1. Huber Rezzonico ha detto:

    Ue’ Ateo.vreva segnala’ che quui in muntagna uma’ vist l’ o’m pu brut dal mund.
    Una spec’ d’ alieno.
    A mandi quest importantissim ducument’ video
    L’ alieno l’ e ciama’ professor Iorghen-
    Ciao Cumunista!
    Berghem libera!!!

    http://www.youtube.com/user/codazzo68#p/f/57/3oDNj5p0T44

  2. don alberto ha detto:

    beh insomma …
    tra Gesù che ha detto e fatto quello che ha detto e fatto … (a proposito, abbiate il coraggio di dire che il crocifisso va tolto innanzitutto perché quel tale non è mai esistito …)
    e una “pisciata di cane per marcare il territorio”, forsde una piccola differenza c’è.

    • ilfilosofobottiglione ha detto:

      sia esistito o no, non c’entra. quel che importa è il problema dell’impronta educativa che dà quel simbolo (si legga la sentenza, please).
      quel che ha detto e fatto gesù può essere anche non condivisibile, o no? anche condivisibile in parte e criticabile in alcuni aspetti essenziali della sua predicazione, o no? va da sé che non può essere imposto a tutti.
      sul fatto di marcare il territorio con quel simbolo… lì certamente non si può imputare nulla a Gesù, lì è colpa della Chiesa. a volte mi chiedo perché la Chiesa stessa tratti così male Gesù; forse è per la logica del martirio, quella che porta a farsi belli del martirio degli altri.

Lascia un commento